di Isabella Morabito, Direttrice GATE Italy
Per anni abbiamo pensato che l’intelligenza si potesse misurare con un numero. Quel numero era il QI, il quoziente d’intelligenza, spesso visto come il “passaporto” per il successo scolastico e professionale. Ma è davvero così? Oggi sappiamo che la realtà è molto più complessa e affascinante.
L’intelligenza non è fissa né unica
Nel nostro lavoro con bambini e ragazzi ad alto potenziale cognitivo, GATE Italy ha imparato una lezione importante: l’intelligenza non è un blocco immutabile. Si può sviluppare, affinare, arricchire attraverso l’apprendimento, l’esperienza, l’empatia.
E non esiste un solo tipo di intelligenza. Howard Gardner, con la sua teoria delle Intelligenze Multiple, ci ha mostrato che ognuno di noi possiede diverse forme di intelligenza – logico-matematica, linguistica, musicale, corporea, sociale, emotiva – che possono emergere in modi diversi e unici.
Perché non basta il QI?
Il QI valuta soprattutto ragionamento logico, linguaggio e capacità matematiche. Ma non misura la creatività, la capacità di relazionarsi con gli altri, l’empatia, la gestione delle emozioni.
- Einstein non ha mai fatto un test di QI.
- Hawking diceva che il QI non aveva alcuna importanza nel suo lavoro.
Il loro genio non può essere racchiuso in un punteggio. E questo vale per tutti: un alto QI non garantisce il successo, e un QI nella media non limita il talento.
Un’educazione che guarda a tutta la persona
Se riconosciamo che ogni bambino è una combinazione unica di abilità, allora anche la scuola deve cambiare. Non possiamo più proporre un solo modello educativo, valido per tutti.
- Servono percorsi personalizzati che valorizzino creatività, collaborazione, intelligenza emotiva.
- Serve un’attenzione vera alle differenze, per aiutare ciascuno a scoprire come apprende meglio e dove può dare il meglio di sé.
- Servono insegnanti ed educatori capaci di riconoscere le diverse forme di intelligenza, per sostenere non solo chi ha facilità nelle materie “classiche”, ma anche chi eccelle nella musica, nello sport, nell’arte, nella relazione con gli altri.
Competenze per la vita, non solo per la scuola
Motivazione, curiosità, capacità di lavorare in gruppo, gestione dello stress, flessibilità… sono competenze che contano quanto – e a volte più – delle abilità logico-matematiche.
Educare “oltre il QI” significa preparare i ragazzi a vivere bene, non solo a superare un test o prendere un bel voto.
In sintesi: valorizzare ogni intelligenza
Ogni bambino ha talenti e potenzialità che vanno oltre i numeri di un test. Riconoscerli e coltivarli è il compito che spetta a genitori, docenti ed educatori.
Un’educazione olistica, attenta alla persona nella sua interezza, è la vera strada per accompagnare bambini e ragazzi verso una crescita serena e un futuro ricco di possibilità.